28 ottobre 2015

His Infernal Playlist.

Gatto brutale e maligno. 
Sinceramente avrei voluto scrivere un pezzo su della musica brutale e maligna, ma non è il periodo giusto.
Ormai da un mese ho ripreso, dopo anni (no seriamente, mi sono persa l'uscita di almeno 3, forse anche 4 album), ad ascoltare gli HIM. Gruppo odiato dal 90% dai metallari (et similia), ma che io inserisco volentieri in una sorta di pantheon del metal facilone che tanto amo in periodi claustrofobici come questo. Capisco che alcuni fattori, tra cui testi incentrati su amore, morte e sogni bagnati o un cantante appariscente possano disturbare i più duri e puri, ma allo stesso tempo penso che queste caratteristiche, tra l'altro già presenti in gruppi come i Type o Negativenon siano sempre da considerare negative. Per me l'importante è che ci sia bella musica a supporto dell'immagine, e qui a mio parere la bella musica c'è.
Ho scelto di scrivere una playlist, selezionando non le canzoni più famose, ma quelle piccole perle che si nascondono nel fondo degli album trainati per lo più da singoli coinvolgenti. 
Ho scelto la mia canzone preferita per ogni album (nel frattempo ho recuperato i 3\4 che avevo perso) più tre bonus finali.


Niente storia della band o aneddoti, non mi interessano i gossip o il contorno, voglio scrivere solo di canzoni, e gli HIM le canzoni le sanno scrivere bene, talmente bene che sono riusciti ad entrarmi dentro anche se hanno o avevano più o meno tutti i cliché che odio in una Rock\Metal band. Ritornelli facili, voce melliflua, frontman belloccio e melodia a palate.
In genere questi attributi mi fanno passare velocemente oltre, ma con loro è andata diversamente.
Li ho conosciuti semplicemente attraverso il video di Join Me che passava su TMC2 (o VideoMusic, non ricordo cosa ci fosse allora). La prima volta che ho sentito l'intro sono rimasta subito rapita e ricordo che ho guardato verso lo schermo pensando di veder spuntare una band gothicona sempliciotta e invece mi si para davanti un bamboccio glamour e mezzo ignudo. Ero tentata dal cambiare canale, ma la canzone ormai mi si era piantata in testa. 
Poi poco tempo dopo ho scoperto che Ville Valo non è un bamboccio,anzi,  ma quel video era e rimane orripilante anche dopo più di 10 anni. 
C'è da dire, però, che ha attirato la mia attenzione, in fondo la promozione serve a questo.
Da allora li ho seguiti molto da vicino, fino al 2005, quando è uscito Dark Light, poi in concomitanza con eventi particolari della mia vita ho mollato la presa e mi sono quasi dimenticata di loro. Nel frattempo qualche canzone l'ho sentita senza restare conquistata, sicuramente era il momento sbagliato. Un mese fa mi è capitata la copertina di Tears on Tape davanti agli occhi e ho deciso di ascoltare qualcosa. Da lì mi si è riaperto quel mondo di occhi da panda e brillantini e ho recuperato tutto ciò che hanno pubblicato e mi è piaciuto tutto. Incredibile.

- 666 Ways to Love: Prologue.
Primo Ep, ogni canzone è bella e scritta bene, c'è qualche ingenuità ma il risultato è ineccepibile. Ho scelto Dark Sekret Love,una canzone con un riffing bilanciato e belle melodie.



- Greatest Love Songs Vol. 666.
Primo Album e, se vogliamo, un'evoluzione del sound appena abbozzato nel primo EP. La canzone che preferisco è The Beginning of the End. Zanzarosa e con una melodia vocale efficace. Ottimo mix con esplosione finale.



-Razorblade Romance.
Ci sono molto affezionata perché è il primo che ho sentito e amato. Ogni canzone è una sorpresa, ritornelli perfetti e melodie un po' gothic un po' glam. Che album!
Ho scelto Razorblade Kiss e non penso ci sia bisogno di spiegarne il motivo... Anzi si, è una figata, lasciva e allo stesso tempo forte e dinamica.



- Deep Shadows and Brilliant Highlights.
Questo album fu un po' una delusione, non tanto perché diverso da Razorblade Romance, quanto perché risulta estremamente prolisso, tuttavia vi sono canzoni fantastiche. Una su tutte è Lose you tonight, la canticchio ancora quando vado a correre, vorrà dire qualcosa, no?



- Love Metal.
Strano album questo Love Metal, che vede un primo indurimento della musica dei finlandesi. Molto criticato da alcuni e allo stesso tempo molto amato da altri. Io faccio parte della seconda cerchia, ho apprezzato le loro svolte più pesanti (Venus Doom su tutti). La mia preferita di questo album è Circle of Fear, nessun motivo in particolare, forse mi piace semplicemente il retrogusto un po' decadente che la contraddistingue, che non sfocia in un polpettone, come la meno fortunata The Path.



- Dark Light.
Primo album a raggiungere seriamente gli Stati Uniti, più pop dei precedenti, ma le canzoni parlano da sole. Non ce n'è una brutta, seriamente. Ho scelto Behind the Crimson Door, perché mi fa venire i brividi e non mi stanca mai, una signora canzone, forse la mia preferita in assoluto della band. Ascoltatela se non lo avete mai fatto.



- Uneasy Listening Vol. 1 & 2.
Una raccolta di canzoni già uscite ma in versioni diverse e bla bla bla, lo segnalo solo perché ci sono due cover al fulmicotone, Rendezvous With Anus dei Turbonegro, che è la mia scelta per questa release e Hand of Doom dei Black Sabbath, che è uno dei bonus. I TURBONEGRO porca zozza, non dico altro! Chiunque faccia una cover dei Turbonegro ha una marcia in più.



- Venus Doom.
Un album oscuro e cadenzato. Non è tra i più apprezzati dalla critica, ma io non sono d'accordo, esplorano lidi più Doom (come da titolo) rispetto al loro trademark e lo fanno bene. Sleepwalking Past Hope è la mia scelta, 10 minuti di echi a là My Dying Bride in chiave Love Metal. Molto bella e con un intermezzo suggestivo.



-Screamworks: Love in Theory and Practice.
Al contrario del precedente lavoro Sceramworks è più diretto, canzoni brevi e il ritorno ad un'attitudine più pop. Ci sono molte canzoni valide, tra cui il bel singolo Scared to Death, ma io ho scelto l'opener In Venere Veritas. Un bel ritmo e una canzone costruita in maniera molto minuziosa.



-Tears on Tape.
L'ultima fatica dei finlandesi in questione. L'album è carino e ben fatto, ma non la loro migliore prova. Ho scelto la canzone più completa I Will be the End of You.



-I Bonus.
Gli HIM sono bravissimi a fare cover, così ho pensato di inserire quelle che preferisco.

_Hand of Doom dei Black Sabbath_
La cover. I Sabs sono il mio gruppo preferito e non amo le cover dei loro brani, tranne questa e poche altre.



_Rebell Yell di Billy Idol_


_Solitary Man di Neil Diamond_
Bella versione e video ad opera di Bam Margera con la scritta HIM che si illumina quando Ville pronuncia il vocabolo, una trashata che mi piace parecchio!



Lunghissima Playlist, chiedo venia. Alla prossima.

16 ottobre 2015

Si sta come d'Autunno...

Finalmente la temperatura si è abbassata, un nuovo album dei My Dying Bride è uscito e le foglie cadono dagli alberi. Insomma, l'Autunno è arrivato, e con esso appendiamo lo stoner rock al chiodo per qualche mese. Dopo un'estate ricca di riffoni, sudore e allegria possiamo rilassarci e abbandonarci al Suicide Metal come ogni anno.
La calura estiva ha portato alcune uscite importanti come Book of Souls degli Iron Maiden e Repentless degli Slayer (di cui non parlerò perché entrambe mi hanno fatto cagare) e altre meno illuminate dai riflettori ma qualitativamente migliori come Luminiferous degli High on Fire (ascoltate tutto il martellamento costante del maligno), ma c'è una stagione per ogni umore e per ogni sottogenere del nostro amato metallo.
L'estate si porta via il ripetitivo ascolto di Red Fang, Baroness e Clutch (tra l'altro appena usciti con un nuovo e sempre ottimo album) e l'Autunno reintroduce il Fiordo Metal ricordate il primo articolo di questo blog? Finlandia, Norvegia, Svezia e vari Stati nordici tornano con prepotenza nei lettori mp3 dei cultori.

Tra le novità c'è l'uscita del nuovo singolo degli Swallow the Sun, che non solo ripropone le stesse coordinate di Cathedral Walls, con signorina alla seconda voce e alternanza tra sporco e pulito nel cantato di Mikko, ma lo fa in maniera peggiore rispetto al precedente lavoro. In sintesi: niente per cui perdere la testa.



A Settembre è uscito anche il nuovo album degli Amorphis, Under the Red Cloud. Un album un po' mezzano, siamo lontani dal capolavoro ma anche dalla merda. Una release senza infamia e senza gloria, anche se ho apprezzato il reinserimento di alcuni elementi Folk, un po' meno i ritornelli faciloni, ma nel complesso non è male. Ecco il primo singolo estratto, uscito già qualche tempo fa.



Ultima carrellata di uscite.
Ci spostiamo dai fiordi per sbirciare tra le fila del Metal britannico. Due uscite che mi sono piaciute parecchio: With the Dead e i succitati My Dying Bride.
I primi sono una sorta di "superband" con sua Maestà Lee Dorrian alla voce accompagnato per l'occasione da Tim Bagshaw e Mark Greening  entrambi provenienti dall'universo Electric Wizard. Un po' ci sentivamo orfani dei Cathedral e Lee ha deciso di graziarci con del nuovo materiale di tutto rispetto. Il genere è Doom, naturalmente, ossessivo e ovattato, un buon connubio tra le proposte musicali delle band di provenienza dei membri. Ecco il promo.



Ultimi, ma non per importanza i My Dying Bride. Su loro non mi soffermerò, fanno più o meno la stessa roba dal 199qualcosa, ma sempre a livelli eccellenti. Il nuovo Feel the Misery ne è la dimostrazione. Buon ascolto.



Ok, ora posso diventare un bozzolo sotto il plaid fino alla prossima ondata di desertificazione.

3 agosto 2015

A volte ritornano... (Lamb of God - VII: Sturm und Drang)

Post lampo.
Ascoltate il nuovo album dei Lamb of God.
Ascoltatelo perché non è un capolavoro, ma è ispirato, ci sono spunti che riportano a galla l'attitudine della band agli esordi. Bella la prova in pulito di Randy Blythe (nel singolo Overlord) e la collaborazione con Chino Moreno in Embers.
L'album è bello e anche se non è un miracolo, vale la pena impiegare un po' del nostro tempo per ascoltare Metal suonato bene.
Lo potete trovare in versione integrale su Spotify. Ecco il link.
Buon ascolto!


22 giugno 2015

RED FANG. Birra e orsacchiotti.



I RED FANG sono uno di quei gruppi che vale la pena ascoltare e possibilmente amare, hanno parecchie frecce al proprio arco: riffoni, doppia voce ben calibrata, un buon songwriting e una presenza giusta. Può sembrare poco, ma vi posso assicurare che in un genere come lo stoner rock è facile cadere nel "già sentito" o comunque nel monotono. Stiamo parlando di uno di quei gruppi che rendono meglio dal vivo che su album, pur non avendo inventato niente sono in grado di dare vita a un live incredibilmente energico e sfonda timpani.
Questo intro solo per giustificare il fatto di averli visti dal vivo due volte nel giro di tre giorni. Si, mi hanno conquistata così tanto che sono andata ad entrambi i concerti che hanno tenuto nelle vicinanze del mio paesello.
Questi giorni l'ho ripetuto a menadito a chiunque mi abbia chiesto info sui loro concerti: sono da vedere al 100%. Precisi, energici, si divertono e fanno divertire, la scaletta è equilibrata e ben strutturata, loro sono molto simpatici e alla mano, ma soprattutto quando stai davanti al palco ti spettinano. Insomma, tutti motivi più che validi per andare a vederli, ma la cosa principale è la musica. Questi ragazzoni di Portland hanno scritto un album fantastico, quel Murder the Mountains che ho seriamente faticato a togliere dallo stereo (e come me molte altre persone), e altri due comunque buoni, l'omonimo e Walhes and Leeches. La musica, dicevo, è un concentrato di adrenalina: definiamola stoner rock, anche se non amo le definizioni strette, è immediata ma ha anche dei momenti lenti e riflessivi (non dimentichiamo il riff capolavoro di Throw Up). Le scalette proposte erano pressoché identiche in entrambi i live, ma con accenti diversi su alcuni brani, uno su tutti Into the Eye che è il mio personale feticcio.

Azzardo un raffronto, i Red Fang sono gli Orange Goblin americani. Non tanto per il genere musicale, quanto per il fatto che piacciano davvero a tutti, esattamente come successe per i cuginetti inglesi a metà anni '90. Erano un gruppo fenomenale e per questo piacevano ai metallari, ai doomsters, ai rockers vintage, e a chiunque gravitasse attorno a questo genere. Con i Red Fang sta succedendo più o meno lo stesso, anche se con coordinate diverse, vedasi la fama che hanno raggiunto tramite i bellissimi video girati da Whitey McConnaughy con veri e propri inni alla birra. In più non mancano i cavalli di battaglia come Prehistoric Dog, che tornando al punto ha una forza propulsiva che può ricordare Scorpionica degli Orange Goblin.
Il paragone è un po' esagerato ma mi frullava in testa da un po', per cui lasciamolo da parte.
La cosa che mi ha colpita di più è stato il loro essere a proprio agio in qualsiasi situazione, nel club con temperature sahariane come in spiaggia con una leggera brezza quasi estiva. Qualche giorno in Sardegna se lo sono goduto i ragazzi, che a vederli seduti nei chioschi o nel backstage del locale pareva di vedere dei teneri orsacchiotti dell'Oregon in panciolle. Di sicuro qua non ci si può rimproverare di fare una vita frenetica, e i musicisti che vi passano non hanno difficoltà nell'adattarsi.
Così tra un bagno e l'altro, tra un riff e l'altro e tra una birra e l'altra, abbiamo potuto godere di un'esperienza unica.
Un'ultima cosa: andate a vederli!

Una piccola chicca:

14 aprile 2015

Everything Dies, Pete.

In memory of Pete Steele.



Un post lampo per ricordare la prematura scomparsa del frontman dei Type o Negative, avvenuta 5 anni fa.